Si muore ancora per il lavoro
Solo nella prima metà del 2025 c'è stato un aumento del 16 per cento dei morti sul luogo di lavoro
Buongiorno,
scusate le due settimane di assenza ma ho fatto un lungo ponte.
Ho scritto questa newsletter il 30 aprile e quando ho pensato a cosa dedicarla facendo la rassegna stampa mi sono accorta che non avevo ancora dedicato una puntata al numero di persone morte sul lavoro nei primi mesi di quest’anno.
L’ultima vittima registrata dai giornali è un operaio gruista di 35 anni. Stava lavorando in un cantiere a Soresina, in provincia di Cremona, quando — secondo le prime ricostruzioni — si sarebbe trovato troppo vicino al suo mezzo e, per un errore o per paura, avrebbe azionato la benna del bobcat, rimanendo agganciato dalla pala.
Solo il giorno prima, a Carrara, un altro lavoratore aveva perso la vita in un incidente con dinamiche diverse ma esito analogo. E potremmo continuare con molte altre storie ma il tempo di lettura di questa newsletter non basterebbe per contenerle tutte.
Non abbiamo ancora dati precisi sui morti per il lavoro in questa prima parte dell’anno, tuttavia le stime prevedono che si tratti di circa una persona ogni tre giorni. Nel 2024, gli infortuni mortali sul lavoro sono stati 1.090, con un incremento del 4,7% rispetto al 2023. I numeri dei primi due mesi di quest’anno (confermati dall’Inail) : 138 denunce, contro le 119 dello stesso periodo del 2024. Un aumento del 16%, che stride con il calo complessivo delle denunce di infortunio, scese di circa il 3%, al di sotto delle 90mila.
Che ci si trovi di fronte a una strage è evidente a tutti. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 29 aprile durante la visita all’azienda Bsp Pharmacheutical a Latina in occasione della giornata sulla sicurezza sul lavoro ha ricordato la situazione allarmante sulle morti del lavoro
Quella delle morti del lavoro è una piaga che non accenna ad arrestarsi e che, nel nostro Paese ha già mietuto, in questi primi mesi, centinaia di vite, con altrettante famiglie consegnate alla disperazione. Non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione. E’ evidente che l’impegno per la sicurezza nel lavoro richiede di essere rafforzato. Riguarda le istituzioni, le imprese, i lavoratori.
I segnali non sono arrivati solo dal mondo delle istituzioni ma anche dalla società civile: nella notte tra il 29 e il 30 aprile alcuni studenti e studentesse romane hanno fatto un’azione per commemorare alcune vittime del lavoro: hanno sostituito, anche se solo temporaneamente, i nomi di alcune piazze e strade con quelli di morti sul lavoro come Satnam Singh, Luana d’Orazio, Lorenzo Parelli.
«Basta morti sul lavoro» è stato il grido che ha portato centinaia di persone a scendere in piazza ieri 1 maggio da Roma a Taranto. Ieri a Roma il segretario della Cgil Maurizio Landini ha ribadito le richieste del sindacato: «Chiediamo più assunzioni di ispettori e medici dell’Inail. Chiediamo di cancellare le leggi sbagliate come il subappalto a cascata, le gare al massimo ribasso e le forme precarie di lavoro: una riforma a costo zero. Chiediamo di investire di più sulla medicina del territorio. E di istituire una patente a punti vera, senza la quale non si può lavorare».
L’attenzione mediatica c’è, il tema è da anni ampiamente discusso sia dalla politica sia dai giornali, eppure perché i numeri non diminuiscono? Secondo Bruno Giordano, magistrato della Corte di Cassazione ed ex direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, intervistato dal Manifesto il 29 aprile, non è un problema di leggi: “Abbiamo leggi ottime, come il testo unico per la sicurezza sul lavoro del 2008, il problema è applicarle”. Per Giordano a ostacolarne l’applicazione è la frammentazione del sistema di vigilanza. In Italia esistono 15 organi di controllo con competenze sovrapposte, specializzazioni diverse, e una distribuzione territoriale disomogenea.
Misure come la patente a punti, secondo Giordano, sono delle prese in giro. La patente a punti è una normativa che introduce un sistema di certificazione che assegna una patente a punti nei cantieri alle imprese e ai lavoratori autonomi. Questa patente parte con 30 punti, che potranno essere decurtati in caso di incidenti, violazioni delle norme di sicurezza o infortuni sul lavoro.
Secondo Giordano, si tratta di “una presa per i fondelli”. La misura, infatti, si basa su un’autocertificazione da parte dell’impresa, che dichiara di essere in regola con gli obblighi previsti da una legge del 1994 — obblighi che, peraltro, riguardano tutte le aziende. Inoltre, la decurtazione dei crediti avviene solo quando la sentenza è definitiva, un processo che può richiedere dai 7 ai 10 anni. Nel frattempo, il decreto Calderone prevede persino un incremento dei crediti in presenza di determinati requisiti, come gli investimenti
E conclude Giordano: “ci ci vuole il giusto lessico: non parliamo più di morti di lavoro, sono omicidi. Quando si tratta di 1.070 operai all’anno ammazzati chiamiamoli operaicidi: non si muore sul lavoro nei consigli di amministrazione”.
Flash News
Il Presidente della Repubblica Mattarella non ha solo ricordato i morti sul lavoro, ma ha posto l’attenzione su un tema altrettanto importante: quello dei bassi salari. Roberto Ciccarelli sul Manifesto spiega come si costruiscono.
Un report della Fiom Cgil nazionale ha rilevato che un metalmeccanico su due è in cassa integrazione.
In Italia, oltre un lavoratore su dieci è a rischio povertà — una percentuale in aumento nel 2024 rispetto all’anno precedente (10,3% contro 9,9%). Lo rivela l’ultima rilevazione pubblicata da Eurostat sui Paesi dell’Unione Europea.
Cose che mi sono piaciute
W le scritte sui muri (Gianni Montieri, il Post)
Perché si fanno così tante file (Matt Yan, The New York Times)
Ora c’è un nuovo tipo di turismo, quello delle bakery (Chris Marshall, The Guardian)
La testata investigativa The Markup ha scoperto che lo stato della California ha inviato a LinkedIn dati sensibili relativi alla salute dei suoi cittadini (Tomas Apodoca, The Markup)
I lavoratori della cultura sono sfruttati e divisi. Perché non riescono a unirsi? (Loredana Lipperini, Lucy sulla Cultura)